LA STORIA DEL BENGAL 

Il gatto Bengalese è una razza in tenuta da leopardo, con un mantello maculato dall’aspetto selvaggio ma dall’indole dolce, tranquilla e coccolona. E’ la prima razza ottenuta dall’incrocio di un gatto domestico con un felino selvatico (il gatto leopardo asiatico, l’Asian leopard cat, il Felis prionailurus bengalensis), una specie felina del Sudest-asiatico. Il Felis bengalensis pesa 3,5 Kg, ha occhi grandi e cuscinetti dei baffi molto pronunciati. Vive lungo i fiumi dalla Siberia a Bali, dal Kashmir al Mar del Giappone. Vive vicino all’acqua e ama molto nuotare. Lì è possibile incontrarli sia nelle foreste pluviali dei tropici che sulle montagne o nelle zone semidesertiche. Il gatto bengala è molto affettuoso, intelligente, attivo e buono con cani e bambini, si affeziona molto al suo padrone. Nel 1963 in California, la biologa Jean Mill fece accoppiare il suo gatto leopardo asiatico, con un gatto domestico, cercando di addomesticare la specie selvatica per l’allevamento. Il suo obiettiva era quello di conservare alcune caratteristiche del gatto leopardo, quale l’aspetto, la struttura, il mantello maculato, ma contemporaneamente dal carattere mansueto. Nel 1973 il Dr. Centerwall ripetè lo stesso tentativo, al fine di poter studiare la resistenza del gatto leopardo alla leucemia virale felina. Gli esiti della ricerca furono deludenti, ma l’ibridazione servì a creare il Bengala. I primi esemplari ottenuti avevano un carattere selvatico e alquanto nervoso e solo dopo una lunga selezione con gatti domestici e con gatti di razza, come Mau Egiziano, American Shorthair, Siamesi e il Burmese, si ottennero gatti dal carattere più mite. Giunsero in Europa verso la fine degli anni ottanta Nel 1991 il Bengal venne riconosciuto come razza.